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La canapa in Italia, storia di una pianta preziosa e millenaria

La canapa è una pianta preziosa ed estremamente versatile, infatti i suoi usi spaziano dall’industria tessile e bio-edilizia a quella cosmetica. In questo articolo vi avevamo parlato delle sue molteplici destinazioni e in questo dei suoi benefici.

La storia della canapa in Italia ha radici antichissime, non siamo a conoscenza di una data esatta della sua introduzione in Europa, ma possiamo risalire ad un periodo temporale di riferimento grazie al ritrovamento di un’urna contente fiori e semi di canapa a Berlino risalente al 500 a. C. .

Agli inizi del novecento l’Italia era uno dei primi produttori mondiali, nel 1940 si vantava una coltivazione di 90 mila ettari del proprio territorio. Ciò che sta accadendo negli ultimi anni infatti può essere considerato un ritorno al passato, una svolta decisiva e redditizia che ritroviamo nelle radici identitarie della nostra nazione.

Lo sviluppo della filiera di canapa nel nostro territorio è nata per contrastare le importazioni e la concorrenza del mercato estero, in particolare quello degli Stati Uniti, ricordiamo infatti la nascita nel 1895  Cassano d’Adda di una delle più grandi corderie.

La coltivazione rimase fiorente sino al primo dopoguerra, infatti nel 1925 Benito Mussolini dichiarava a proposito:

 “La canapa è stata posta dal Duce all’ordine del giorno della nazione,perchè per eccellenza autarchica è destinata ad emanciparci quanto più possibile dal gravoso tributo che abbiamo ancora verso l’estero nel settore delle fibre tessili.”

Con l’arrivo di fibre più economiche dagli Stati Uniti, come il nylon, e l’elevata intensità di lavoro richiesta dalla coltivazione della Canapa si andò incontro all’oblio e all’abbandono di questa coltivazione. Definitivamente si concluse la produzione quando si iniziò a generare confusione in seguito ad interventi normativi antidroga.

Oggi, a partire da quattro proposte di legge del 2015 e all’aumento del costo del petrolio, la canapa dopo un lungo blocco sta ritornando a suscitare interesse e dare una risposta concreta all’aggressivo mercato messo in atto dalle multinazionali.

Crediamo fortemente in questa rivoluzione culturale e siamo pronti a farne parte con tutte le nostre forze e competenze.

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